È più di un millennio che a Pavia si insegna diritto. Data infatti all’825 un capitolare del sacro romano imperatore Lotario, che fissava a Pavia la sede di una scuola superiore alla quale dovevano convenire gli studenti della Lombardia, della Liguria e del Piemonte. Nel X e nell’XI secolo si sviluppò a Pavia una celebre scuola di diritto longobardo, che produsse un’opera d’importanza capitale in questo settore, la Expositio ad librum papiensem.
La vera e propria Università di Pavia sorge più tardi, nel 1361, su iniziativa del Signore di Milano e di Pavia, Galeazzo Visconti, che ottiene dall’imperatore Carlo IV di Boemia l’istituzione di uno Studium Generale, ove si insegnano il diritto civile, il diritto canonico, la filosofia, la medicina e le arti liberali. Da allora, salvo qualche breve e temporanea chiusura dovuta a guerre o epidemie, l’Ateneo pavese ha svolto, al tempo dei Visconti, degli Sforza, degli Spagnoli, dell’Austria e infine dell’Italia unita, l’importante e delicata funzione di formare la classe dirigente e le élites intellettuali della Lombardia, richiamando nel contempo folte schiere di studenti anche dal resto della penisola e dall’intero ambito euromediterraneo.
Ciò soprattutto attraverso la Facoltà giuridica (riformata a più riprese da Maria Teresa d’Austria, da Napoleone e in epoca postunitaria), in cui studiavano non solo i futuri avvocati, giudici e notai, ma anche coloro che si avviavano alla carriera politica e amministrativa ad alto livello.
Così la Facoltà pavese ha potuto annoverare tra i suoi studenti insigni cardinali come San Carlo Borromeo, commediografi come Carlo Goldoni, scrittori di opere politiche e giuridiche come Cesare Beccaria e Carlo Cattaneo, statisti come Giuseppe Zanardelli ed Ezio Vanoni, per non parlare di Maria Pellegrina Amoretti, prima donna laureata in Giurisprudenza e prima laureata dell’Università di Pavia.
Del pari troviamo figure illustri tra i docenti: nel tardo medioevo e in epoca rinascimentale, quando a Pavia venivano regolarmente a studiare anche numerosi studenti “ultramontani” (per lo più borgognoni, svizzeri e tedeschi), incontriamo i nomi prestigiosi del grande Baldo degli Ubaldi, di Filippo Decio, di Giason del Maino, di Jacopo Menocchio e di Andrea Alciato, fondatore della Scuola Culta europea.
I fasti della Facoltà giuridica rifioriscono poi nella seconda metà del Settecento e nell’Ottocento, secolo che si apre con i brevi ma significativi periodi di insegnamento di personaggi come Ugo Foscolo e Gian Domenico Romagnosi e si chiude con insigni studiosi e maestri come il romanista Contardo Ferrini, a cui succede un altro celebre docente, Pietro Bonfante.
Nel Novecento si sviluppa, soprattutto grazie a Benvenuto Griziotti, il settore della scienza delle finanze. Negli ultimi cento anni il prestigio della Facoltà pavese viene costantemente alimentato da altri illustri docenti, come Pasquale del Giudice, Arrigo Solmi, Pietro Vaccari (storico dell’Università di Pavia) e Giulio Vismara nella storia del diritto, Rodolfo de Nova nel diritto internazionale, Giuseppe Stolfi nel diritto civile, Oreste Ranelletti, Arnaldo De Valles nel diritto amministrativo, Pietro Nuvolone nel diritto penale, Tommaso Mauro nel diritto ecclesiastico, Ferdinando Bona nel diritto romano, Vittorio Denti nel diritto processuale civile, Vittorio Grevi nella procedura penale.
Nel solco di questi maestri si inseriscono i numerosi studiosi che tuttora contribuiscono alla fama delDipartimento che, dal 1° gennaio 2013 in conseguenza delle riforme introdotte dalla Legge 30 dicembre 2010, n. 240, ha assunto la denominazione ufficiale di Dipartimento di Giurisprudenza in piena continuità con la precedente Facoltà di Giurisprudenza.
Per quanto riguarda la struttura e la didattica del Dipartimento le trasformazioni degli anni recenti hanno portato alla crescita dell’offerta formativa con un arricchimento della gamma delle materie insegnate, con particolare attenzione ai settori del diritto internazionale e comparato, del diritto dell’Unione europea, del diritto del lavoro, del rapporto tra diritto e scienza, ma anche agli ambiti delle lingue straniere e dell’informatica.
A partire dall’anno accademico 2020/21 è stato avviato un nuovo corso di laurea triennale in Scienze giuridiche della prevenzione e della sicurezza che affianca il più tradizionale corso di laurea magistrale a
ciclo unico in Giurisprudenza, della durata di cinque anni, e il corso di laurea triennale in Scienze dei servizi giuridici.
Da molti anni, grazie all’attivazione del programma Erasmus numerosi studenti pavesi possono svolgere in altre prestigiose università europee una parte, di durata variabile, del proprio percorso formativo; così come ancor più numerosi studenti stranieri affluiscono ogni anno a Pavia, facendo riandare con la memoria ai tempi lontani degli studenti “ultramontani” e realizzando, almeno in parte, l’auspicio di un’Europa della cultura senza più confini.”
In altri paesi, il Dipartimento di Giurisprudenza è designato da un termine che esplicitamente indica il suo oggetto primario: il diritto (in francese droit, in inglese law, in spagnolo derecho, in tedesco Recht). Ciò avviene ad esempio in Francia (Faculté de Droit), nei paesi anglosassoni (Department of Law, Law School, Faculty of Law), in Spagna (Facultad de Derecho). Non così è in Italia, ove il Dipartimento di Giurisprudenza prende il nome dal termine che, collettivamente, designa l’insieme di discipline che trattano il diritto.
II sostantivo “giurisprudenza”, di trasparente origine latina (il termine iurisprudentia, a sua volta, proviene dal nome latino del diritto, ius, genitivo iuris, e da prudentia, che in questo contesto significa “scienza”, “conoscenza”), richiede due commenti. Anzitutto, esso non è univoco, giacché designa non solo l’insieme delle scienze giuridiche (diritto privato, diritto penale ecc.), ma anche l’attività di produzione di sentenze da parte dei giudici (è questo il senso che ha il sostantivo “giurisprudenza” entro sintagmi come la “giurisprudenza della Corte di cassazione”).
Inoltre, tale termine non equivale a quelli, etimologicamente affini, di altre lingue: in particolare, l’italiano “giurisprudenza” non corrisponde al termine inglese jurisprudence, che designa invece la “filosofia del diritto” e la “teoria generale del diritto.