Redhis
Redhis, con il suo richiamo alla “riscoperta della struttura nascosta”, mira a mettere in rilievo la persistenza nella Tarda Antichità del pensiero giurisprudenziale classico, lungo due assi di ricerca. In un’epoca che produsse poche opere giuridiche nuove, la capillare sopravvivenza del pensiero giurisprudenziale è attestata in primo luogo dalla copia e uso delle opere dei giuristi classici: dunque, la circolazione dei manoscritti dev’essere studiata come testimonianza di cultura giuridica. La completa valorizzazione - attraverso il censimento, l’edizione e valutazione - delle opere dei giuristi classici su papiro e pergamena potrà mostrare come i giuristi del IV e V secolo d.C. si mantennero in rapporto intellettuale e pratico con le acquisizioni del pensiero giurisprudenziale dei secoli precedenti. In secondo luogo, la Tarda Antichità è considerata l’epoca della legislazione imperiale, in opposizione all’epoca precedente dominata dai giuristi privati. In realtà, l’analisi delle motivazioni delle costituzioni imperiali mostra una stretta, persistente relazione fra la mentalità dei legislatori e le forme di pensiero dei giuristi classici. Il progetto viene svolto, sotto la direzione del Principal Investigator, da tre gruppi di ricerca, con una composizione pluri-disciplinare. Sarà edita una collezione di papiri e pergamene, come base per una nuova valutazione della cultura giuridica tardoantica, che costituisce la seconda parte del progetto
Redhis “Rediscovering the hidden structure. A new appreciation of Juristic texts and Patterns of thought in Late Antiquity” è un progetto quinquennale (dal 1 febbraio 2014) finanziato come Advanced Grant dall’European Research Council, nell’ambito del programma “Ideas”. Principal Investigator è il professor Dario Mantovani, Senior Staff il professor Luigi Pellecchi. Host Institution è l’Università di Pavia, Italia